Il più grande bluff della storia moderna, quello che Hassan Rohani sarebbe stato un moderato, è stato finalmente smascherato. A farlo per la prima volta dopo tanti anni sono state le Nazioni Unite per bocca del suo Segretario Generale, Ban Ki-moon.
Secondo Ban Ki-moon da quando Hassan Rohani è salito al potere in Iran sono aumentate le esecuzioni capitali (40 solo nella prima metà di gennaio 2014, un record assoluto), le detenzioni degli attivisti per i Diritti Umani, dei blogger, degli avvocati per i Diritti Umani, delle donne e comunque di chiunque abbia l’ardire di contestare il regime. «Hassan Rohani è venuto meno alle promesse elettorali» ha detto Ban Ki-moon parlando all’Assemblea del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu.
In sostanza Rohani ha mentito agli iraniani per ottenere il voto e invece di aprire alle riforme come aveva promesso, ha dato una forte accelerazione ad ulteriori restrizioni delle libertà personali, dei Diritti Umani, dei Diritti delle donne e di quelli su internet. Ha dato un contentino liberando alcuni importanti attivisti incarcerati da mesi, come Abdol Fattah Soltani, Mohammad Ali Dadkhah e Mohammad Seifzadeh, ma mentre si faceva bello di fronte al mondo liberando persone per le quali si erano attivate campagne globali di sensibilizzazione, le sue milizie incarceravano decine di attivisti, alcuni responsabili solo di essere i gestori di pagine su Facebook nelle quali si parlava di Diritti Umani e Diritti Civili.
I numeri poi sono impietosi. Lo scorso anno in Iran sono state giustiziate 625 persone e solo nei primi due mesi del 2014 il numero di persone mandate a morte è stato di 73 unità. Centinai gli arresti di blogger e giornalisti effettuati negli ultimi mesi. Le donne poi hanno visto una ulteriore restrizione delle loro libertà personali con la polizia religiosa che arresta arbitrariamente per strada chiunque non vesta rispettando i rigidi precetti degli Ayatollah. Le prigioni iraniane traboccano di attivisti dei Diritti Umani e di donne che, tra le altre cose, subiscono spesso violenze sessuali inaudite da parte dei loro aguzzini.
Il rapporto delle Nazioni Unite sul quale ieri Ban Ki-moon ha basato la sa filippica contro Hassan Rohani è impietoso e dimostra come il Presidente iraniano non solo abbia mentito al suo popolo ma sia addirittura peggio del suo predecessore, Mahmoud Ahmadinejad.
Ora ci chiediamo come gli Stati Uniti e le potenze mondiali possano fidarsi di un personaggio del genere su una questione importante come il programma nucleare iraniano, di uno che mente senza pudore al suo popolo, di un assassino di massa che alimenta guerre e terrorismo internazionale. E se a dirlo è l’Onu che da sempre è stato accondiscendente nei confronti dei crimini iraniani c’è da giurare che la situazione sia addirittura peggio di come appare.
Il bluff di “Rohani il moderato” è stato svelato non appena di sono andate a vedere le carte. Sono bastati solo pochi mesi. Ora, grazie alla complicità di Barack Obama e di Catherine Ashton, il Presidente iraniano tenta il bluff più importante, quello che farà saltare il banco: dotare l’Iran di armi nucleari. E l’incredibile è che, nonostante tutto, ci sta riuscendo in pieno.
Adrian Niscemi
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